Le ricerche sull'evoluzione animale oramai sono tantissime, eppure più si ricerca e più si scopre nuovo terreno fertile sul quale andare ad indagare.

Questo perchè l'evoluzione è un meccanismo perennemente attivo, anche ora, mentre io scrivo e voi leggete, in ogni parte del mondo l'evoluzione continua ad operare su ogni essere vivente.

Se poi il rank di riferimento è talmente ampio, come le specie ospitate dal lago Malawi lo studio si fa ancora più articolato e difficile da penetrare, visti gli evolversi di ogni singola specie in fenotipi estremamente specializzandi nei tratti fisici e in quelli comportamentali.

In questa discussione mi riferirò a quelli comportamentali , ed in particolare a quelli riferentisi alla "costruzione" del luogo di accoppiamento.

Lo studio a cui faccio riferimento è quello svolto dalla Stanford University alla guida di Ryan York, già autore di altre ricerche nelle quali ha inteso avvalersi dei ciclidi del Malawi, preferiti per la loro estrema biodiversità  e per la loro grande rapidità evoluzionistica.

Il primo passo necessario per questa ricerca, per altro necessario, è stato ridurre la gamma di specie in esame e così dalle oltre 500 specie abitanti il lago ne sono state scelte un range campione di 75, equamente distribuite in due macro-habitat , il primo comprendente profondità da 0 a 15 metri , il secondo dai circa 16 a 30 metri.

Gli studi precedenti hanno dato la possibilità di indirizzare i canali evoluzionistici delle specie endemiche lungo tre direttive :

1) La diversificazione macrohabitat (ad esempio, la distribuzione spaziale)
2) L' adattamento trofico (ad esempio, la specializzazione e le preferenze alimentari
3) La selezione sessuale ( l'elaborazione di segnali di comunicazione ai fini riproduttivi)

La domanda fondamentale quindi, a questo punto è : In che misura le caratteristiche evolute dei primi due canali influenzano le innovazioni risultanti nel terzo canale ?

Canale che poi va ad influenzare anche le relazioni intra-specie : Un maschio con livrea nuziale, con i suoi colori sgargianti, segnala a qualsiasi esemplare di passaggio il suo stato, una sorta di spot in cui avverte "stai alla larga" .

In base a quanto fino ad ora detto, Rayan York e i suoi colleghi hanno ricostruito una sorte di albero genialogica delle 75 specie sotto osservazione, suddividendole ad un certo punto in due grossi gruppi :

1° gruppo ) Specie in cui i maschi, in fase di corteggiamento , scavano una sorta di fossa da deposizione
2° gruppo ) Specie in cui i maschi, in fase di corteggiamento , costruiscono una sorta di castelletto

Si sono quindi accorti che l'albero genialogico costruito risultava tutt'altro che ordinato e che specie affini tra loro , come ad esempio Copadichromis virginalis e Mchenga conophorus, risultavano in diversi schieramenti e questo per tutte le 75 specie in esame.

Lo studio quindi ha evidenziato che , se una specie costruiva in fase di accoppiamento un castelletto, quelle o quelle a lei più affini in DNA scavavano fosse e viceversa.

Per il gruppo di ricercatori la risposta quindi è risultata evidente. Nel cammino evoluzionistico che ha generato le diverse specie, volta per volta, ogni singola specie è passata dalla costruzione di castelletti allo scavo di fosse e poi di nuovo , dallo scavo di fosse alla costruzione di castelletti , adattandosi volta per volta al macro-habitat che andava a popolare e alla specializzazione alimentare di preferenza.

Questo perchè la costruzione di castelletti o lo scavo di fosse non hanno altro intento se non il corteggiamento delle femmine della propria specie.
Solo se essa ne è attratta avviene l'accoppiamento, alla fine del quale la femmina si allontana con il suo carico genetico in salvo nella sua bocca.

Le specie costruttrici di castelletti popolano i fondali fino a 15 metri, zona dove la luce e intensa e la retina oculare di queste specie, e quindi delle femmine, gli permette di avvistare ed elaborare l'immagine castelletto attirandola, in quando la costruzione ha un impatto visivo evidente, mentre una semplice fossa risulterebbe alquanto scarna.
Le specie che scavano fosse invece, vivono sui fondali dai 16 ai 30 metri.
Quì la luce e più attenuata e la retina degli occhi e strutturata diversamente, quindi un castelletto risulterebbe una ostentazione inutile , mentre quì le femmine avvistano le depressioni scavate dai maschi facilmente.

Nel corso di questo studio i ricercatori hanno evidenziato anche altre diversità morfologiche.
I costruttori di castelletti, viventi a profondità minori hanno una conformazione della mascella alquanto ridotta e meno estroflessibile rispetto alle specie scavanti fosse, conformazione che gli permette anche una alimentazione adatta al proprio ambiente , dove dragando i fondali melmosi questi ciclidi si alimentano dello zooplankton presente in esso.


Fonte: http://journal.frontiersin.org/artic...015.00018/full

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