Proprio in questo momento, mentre qualcuno di voi sta leggendo queste parole, negli habitat naturali, i ciclidi stanno dimostrando il loro adattamento e, per niente improbabile, la redici genetiche di qualche nuova specie di ciclide si stanno rafforzando se non addirittura palesando.
Per affrontare questo aspetto, gli studiosi di ben tre istituti: L’università di Cambridge, quella di Bristol e il Tanzania Fisheries Research Institute, sono partiti studiando l’ecologia alimentare dei ciclidi in uno dei laghi minori africani, il Masoko.
La ricerca ha teso ad orientarsi verso la metilazione del DNA, ovvero le modficazioni ereditabili capaci di portare a variazioni genetiche senza mutare la sequenza del DNA (epigenetica), facendo uso di isotopi stabili come tracciatori biochimici nei loro muscoli.
Si è notato che i ciclidi contrastavano notevolmente la metilazione del DNA attraverso i loro genomi, e che era molto probabile che la metilazione del DNA influisse sull'espressione dei geni con importanza ecologica verificando che diversi modelli erano collegati al metabolismo e al trasporto di ossigeno nel sangue, scoprendo che questi fattori si trasmettevano da genitori a prole.
La scelta del lago Masoko non è stata casuale, bensi perché si avevano già prove evidenti che, in queste acque, Astatotilapia calliptera si sta dividendo in due diverse popolazioni che non si incrociano tra di loro.
D’altro canto I ciclidi hanno raggiunto la speciazione più estrema proprio nell’africa orientale, evidentissima nei tre laghi maggiori della Great Rift Valley.